il mondo che vorrei

Monday, July 14, 2008

fare rete

E' il momento di mettere mano in maniera seria a questo Blog.

Lo faccio stimolato da una mia recente adesione al gruppo La giovanile che vorrei... , un gruppo nato attraverso la rete ed il social network.
Social Network per l'appunto. Oggi è decisamente di moda, lo si può vedere dalla miriade di incarnazioni cibernetiche su internet. Paradossale: la rete disaggrega e riaggrega a suo piacimento grazie alla sua fluidità. Oggi la mia generazione (io ho meno di trent'anni) fa fatica ad emergere, e soprattutto fa fatica a fare squadra e a farsi gruppo. Siamo talmente eterogenei, ma anche talmente individualisti da vedere in coloro che ci affiancano un nemico e non un alleato. Se il posto non lo danno a me lo danno a lui, quindi perchè aiutarlo? Perchè bisogna fare quadrato contro un mercato del lavoro che non ci capisce, contro una politica che ci ignora e contro una società che ci dice "bamboccioni".
La soluzione? Io credo che sia quella di una maggiore consapevolezza di noi stessa come cittadini, lavoratori e consumatori. Siamo una generazione piuttosto colta, in un mercato del lavoro che si evolve verso il terziario avanzato abbiamo - in teoria - un potere contrattuale enorme, maggiore di quello che i sindacati ci "elargiscono" e maggiore di quello dei nostri padri. Simile discorso si può fare per la politica: voglia di partecipazione, maggiore sintonia del mondo moderno rispetto alla ultra cinquantenne classe dirigente, maggiore preparazione. Quanti sono i giovani iscritti con una laurea in scienze politiche o economia o diritto? Quanti saprebbero gestire la macchina partitica con maggiore autorevolezza e professionalità? Ahimè la politica può e forse deve essere un mestiere. Non una rendita ma una professione. Perdi le elezioni? A casa! Il partito non funziona? A casa! Fai illeciti anche piccoli? A casa. La politica è servizio e deve essere improntata alla morale e all'etica.
Nonostante non sia un fan della gestione Veltroni plaudo alla sua iniziativa. Pochi sanno infatti che sta facendo fare la certificazione del bilancio del PD dalla PricewaterhouseCoopers una società internazionale di revisione contabile. Evviva la trasparenza! Bene! Ma che sia l'inizio di una trasparenza anche nella gestione del partito. E quindi? Congresso!
Se come giovani vogliamo dare un contributo è quello della fermezza e della solidarietà generazionale, evitando però, il modello sessantottino...

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